LENTE ADDIZIONALE |
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Lente supplementare da montare davanti all'obiettivo per consentire la messa a fuoco di soggetti ravvicinati. Il suo uso limita l'escursione della messa a fuoco. |
LENTE ASFERICA |
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Lente caratterizzata da una o anche due superfici non sferiche. Usando queste lenti per realizzare obiettivi o sistemi ottici per telescopi si riescono a minimizzare l'aberrazione sferica e l'aberrazione di ordine superiore. La loro produzione richiede tecniche particolari assai delicate e quindi il loro costo è di solito elevato (specialmente se realizzate con vetri speciali); spesso però una sola lente sferica riesce a sostituire più lenti sferiche, per cui il costo del sistema può risultare abbastanza conveniente. |
LENTE DI FRESNEL |
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Lente convergente costituita da una serie di anelli concentrici a gradini, ciascuno dei quali rappresenta una sezione di una superficie convessa.
Questo sistema costruttivo da luogo ad una lente molto piatta e di peso limitato. Trova applicazione su proiettori e schermi di messa a fuoco, perché gli anelli sono visibili. |
LENTI A BASSA DISPERSIONE |
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Costruite con speciali vetri ottici, minimizzano la differenza di rifrazione fra le diverse lunghezze d'onda della luce. Offrono un alto indice di rifrazione così come avviene con le lenti alla fluorite. |
Lenti alla flourite |
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Vedi fluorite |
LENTI ALLA FLUORITE |
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Vetro ottico ad alta rifrazione usato soprattutto nei teleobiettivi molto luminosi. La fluorite riduce al minimo l'aberrazione cromatica. |
LENTI FLOATING |
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In alcuni obiettivi un sistema di movimento di uno o più gruppi di lenti interne consente la modifica dello schema ottico. Il sistema è utilizzato per la messa a fuoco o per la variazione della focale. |
Lenti, Produzione |
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Dopo aver prodotto il vetro ottico per fusione, si procede al taglio del materiale in blocchetti del diametro e dello spessore richiesti. I blocchi vengono lavorati in una macchina levigatrice che produce una prima curvatura grezza. Questi sbozzi vengono poi riscaldati in forni speciali e quindi pressati per ottenere una forma prossima a quella finale che viene raggiunta con la lucidatura grazie grazie ad una cupola rotante. La lente lucidata passa poi al centraggio (l’asse ottico deve passare effettivamente per il suo centro della lente). Una volta rifinita, la lente subisce uno o più trattamenti superficiali (vedi multicoating) per la riduzione dei riflessi e l’ottimizzazione della resa cromatica |
Lettore di schede |
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Dispositivo per leggere le schede di memoria e scaricarle nel computer. Utile per evitare di collegare la fotocamera digitale al computer. La maggior parte dei lettori si collegano tramite una porta USB o Firewire. Alcuni accettano solo un tipo di scheda, altri invece ne accettano diversi |
Lettura |
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Termine usato nel gergo fotografico per indicare la misurazione effettuata dall’esposimetro |
LIMBO |
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Grande fondale continuo da studio formato generalmente dalle pareti dello stesso studio unite al pavimento da una curvatura graduale abbastanza ampia che fornisce un effetto senza soluzione di continuità. Il limbo ha la prerogativa di apparire del tutto invisibile nell'immagine per la mancanza di angoli. Con luce diffusa consente di ottenere l'effetto di far "galleggiare" gli oggetti. |
LINEE CADENTI |
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Effetto prospettico prodotto quando l'apparecchio fotografico non viene impiegato in posizione parallela al soggetto. Le linee verticali, come i lati degli edifici, appaiono convergenti verso la parte alta della fotografia. Il fenomeno viene anche detto convergenza delle linee verticali. |
LINEE PER MILLIMETRO |
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Rappresentano la misura per valutare il potere risolvente di un obiettivo. La misurazione viene effettuata osservando al microscopio un negativo ottenuto riprendendo con l'obiettivo in esame una mira ottica a barre ad una determinata distanza. La capacità di separare coppie di linee sempre più sottili consente di individuare le linee per millimetro che un obiettivo (o anche una pellicola) è in grado di separare. |
Linee per millimetro |
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Valore che rappresenta il potere risolvente di un obiettivo sottoposto a test. La misurazione viene effettuata osservando al microscopio un negativo ottenuto riprendendo con l’obiettivo in esame una speciale mira ottica ad una determinata distanza. La capacità di separare coppie di linee bianche e nere sempre più sottili della mira ottica consente di individuare il numero di linee per millimetro che un obiettivo (o anche una pellicola) è in grado di separare. Più alto il numero delle linee separate, maggiore è il potere risolvente dell’obiettivo |
Live View |
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modalità che permette di vedere l'anteprima dell'immagine in tempo reale sullo schermo LCD delle reflex |
Livella o bolla |
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E’ montata su alcuni apparecchi fotografici di grande formato o treppiedi. La sua funzione è quella di facilitare il perfetto posizionamento orizzontale dell’apparecchio di ripresa |
Livello |
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Parte trasparente e separata di un’immagine digitale sulla quale si può dipingere, che può essere manipolata o incollata senza influire necessariamente sui pixel sottostanti. I Livelli di Regolazione sono un tipo di livello modificato. Anche questi sono trasparenti, ma sono usati per applicare colore, contrasto e altre modifiche (non distruttive) ai livelli sottostanti. Dato che ogni modifica viene applicata ad un livello separato, il fotografo può facilmente eliminare gli effetti indesiderati o ritornare ai livelli precedenti. |
Livello unico |
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Nel programma di fotoelaborazione, elimina i singoli livelli unendoli nel livello sfondo |
LOCATION |
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I luogo, al di fuori dello studio, dove si effettuano riprese fotografiche professionali. |
Location |
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Il luogo, al di fuori dello studio, dove si effettuano riprese fotografiche professionali |
Log |
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Logaritmo. In fotografia si utilizzano normalmente logaritmi in base 10 |
LOW KEY |
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Si definisce in questo modo un'immagine costituita prevalentemente da toni scuri e dal nero (chiave bassa). |
Luce al tungsteno |
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Luce emessa dalle normali lampadine quando il filamento di tungsteno viene attraversato da una corrente elettrica. Questo tipo di illuminazione è detto anche ad incandescenza. La sua temperatura di colore varia tra i 2000 e i 4000K. |
Luce ambiente |
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Termine con il quale normalmente si indica la luce (naturale o artificiale) esistente in un ambiente opposta a quella creata o modificata artificialmente dal fotografo. Ovvero la situazione di ripresa in cattive condizioni di illuminazione. |
Luce artificiale |
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Illuminazione generata da flash elettronici o da lampade, usata negli studi. Viene impiegata anche in esterni per controllare le ombre ed il contrasto o quando quella naturale è insufficiente |
Luce attinica |
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Con questo termine si indica la capacità della luce di modificare lo stato dei materiali sensibili ad essa esposti. Sono più attinici degli altri i raggi della zona blu-violetto. |
Luce bianca |
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Illuminazione contenente tutte le lunghezze d’onda (radiazioni) dello spettro visibile che è compreso tra 400 e 700nm. |
Luce di contorno |
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Sorgente luminosa secondaria usata per delineare una piccola porzione del soggetto e per dare risalto ad elementi dello stesso |
Luce di riempimento |
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E’ quella sorgente (flash o lampada) che viene usata per rendere più chiare le zone in ombra, senza causarne di nuove. Deve essere più debole (1/2 o 1/4) di quella principale |
LUCE DI SICUREZZA |
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Luce inattinica di colore e intensità tali da non avere effetto sul materiale fotosensibile. La luce di sicurezza giallo-verde è la classica luce di sicurezza utilizzata per il trattamento della carta da stampa in bianco e nero. La luce rossa è invece quella adatta al trattamento del materiale ortocromatico. |