ESPOSIMETRO |
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Strumento utilizzato per misurare la luce ricevuta (incidente) o riflessa dal soggetto. Fornisce un valore EV (vedi) e una serie di coppie tempo/diaframma. Basa il suo funzionamento su una fotocellula. |
ESPOSIMETRO A MATRICE |
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Esposimetro che fa uso di una serie di cellule fotoelettriche per la lettura comparata dei diversi livelli di intensità di luce delle differenti zone dell'immagine e che trasmette i dati alla CPU della macchina che compie la scelta della coppia tempo/diaframma in base al programma preimpostato. |
ESPOSIMETRO INCORPORATO |
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La collocazione della cellula dell'esposimetro all'interno degli apparecchi fotografici e il suo interfacciamento con il sistema di regolazioni delle funzioni di esposizione permette una
rapidità di azione notevole. Negli apparecchi reflex e in alcuni altri modelli è ormai di norma adottato l'esposimetro tipo TTL che legge la luce che passa effettivamente attraverso l'obiettivo di ripresa. |
ESPOSIMETRO SPOT |
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Esposimetro che misura la luce riflessa da una piccola zona del soggetto, solitamente 1 ° o al massimo 5°. È utile per ottenere la massima precisione di esposizione, in particolare per scene ad alto contrasto. |
Esposimetro TTL |
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Negli apparecchi reflex l'esposimetro incorporato misura la luce in modo TTL (Through The Lens, attraverso l'obiettivo) per cui la cellula viene colpita dalla luce che passa per l'obiettivo di ripresa. In alcuni modelli analogici la cellula misura la luce che cade sul piano pellicola o che viene riflessa da uno specchio secondario. In questo modo (misurazione direct) l'esposimetro può effettuare la misurazione nel momento stesso dell'apertura dell’otturatore, ciò che è indispensabile per il controllo dell'esposizione usando flash dedicati (flash TTL). Gli esposimetri TTL adottano diversi sistemi per la misura dell'esposizione per la scena inquadrata. La "media" fornisce al fotografo la media delle luminanze della scena inquadrata, ma ciò può portare ad esposizioni errate in caso di scene particolarmente contrastate. La misurazione a "preferenza centrale", fornisce un dato ponderato per il 60-80% sulla zona centrale dell'inquadratura. Consente una misurazione più selettiva e quindi più precisa della precedente. La misurazione "spot" consente al fotografo di misurare con estrema precisione e selettività punti nella scena inquadrata, circa 2-3%. Infine, la misurazione a "settori" adottata da tutti gli apparecchi più recenti, si basa sull'analisi fatta dall'esposimetro fra punti diversi dell'inquadratura (da 8 a 48 e più), in base ad un algoritmo prestabilito. |
ESPOSIMETRO, MISURAZIONE |
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Gli esposimetri adottano sistemi di misurazione della luce di tipo diverso.
Quelli a mano si distinguono nelle versioni per misurazione incidente o riflessa. Con il primo tipo occorre misurare nei pressi del soggetto la quantità della luce che lo illumina, con il secondo si misura, invece, da una certa distanza la quantità di luce riflessa dal soggetto verso lo strumento. L'esposimetro interno a una reflex è di questo secondo tipo. |
ESPOSIMETRO, SENSIBILITÀ |
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Vengono indicati in valori luce (EV) i limiti della capacità di effettuare misurazioni attendibili da parte dell'esposimetro. Tanto più estesa è la gamma tanto maggiore è la capacità del sistema di misurare nelle zone scure (basse luci) come in quelle chiare (alte luci) del soggetto. |
ESPOSIZIONE |
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Quantità di luce che raggiunge il materiale sensibile o la carta da stampa.
È pari al prodotto del tempo, regolato dalla rapidità dell'otturatore, per l'intensità della luce, determinata dall'apertura del diaframma scelto. |
ESPOSIZIONE A FORCELLA |
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Vedi Bracketing. |
ESPOSIZIONE A PRIORITÀ |
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Automatismo di esposizione presente su alcune fotocamere. Può essere di due tipi: a priorità di tempi o di diaframmi. Mediante il primo tipo il fotografo sceglie un determinato tempo di esposizione e la fotocamera regola di conseguenza il diaframma in base alle condizioni di luce esistenti. Con il secondo tipo il fotografo sceglie il diaframma. |
Esposizione automatica |
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Esistono diversi modi di esposizione automatica. Nelle fotocamere reflex è possibile scegliere tra: esposizione automatica a priorità dei diaframmi ed esposizione automatica a priorità dei tempi. Nel primo caso è possibile impostare un dato valore di diaframma sull’obiettivo e lasciare all’esposimetro incorporato nella fotocamera il compito di calcolare l’appropriato tempo d’otturazione grazie agli otturatori a controllo elettronico dei tempi. Nel secondo, il sistema della fotocamera imposta automaticamente il valore di diaframma appropriato in funzione del tempo si esposizione scelto. E’ disponibile anche il modo programmato generico che regola il tempo ed il diaframma in base a parametri di fabbrica e modi dedicati al tipo di ripresa (ritratto, azione, paesaggi, notturni, flash, ecc.). Nelle fotocamere compatte analogiche e digitali l'automatismo di esposizione è in genere programmato, in quelle più avanzate sono disponibili funzioni dedicate. |
Esposizione equivalente |
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Vedi EV. |
Esposizione, Correzzione della |
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Poiché tutti gli esposimetri sono tarati per offrire la perfetta esposizione del tono medio occorre eseguire una correzione quando la cellula misuri direttamente un soggetto molto chiaro o molto scuro. Nel primo caso occorre aumentare l’esposizione, nel secondo ridurla. In caso contrario, sia il soggetto molto chiaro che quello scuro verrebbero riprodotti in tono medio. Sulle fotocamere reflex è possibile impostare una correzione fissa per la serie di scatti che la richiedono. |
Esposizione, Tempo di |
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Durata necessaria perchè la pellicola o il sensore delle fotocamere digitali ricevano la quantità minima e sufficiente a riprodurre correttamente la gamma tonale. Dipende dalla sensibilità Iso adottata e dall'intensità della luce. ln manuale, il controllo della quantità di luce avviene attraverso l'uso dell'otturatore e dell'apertura del diaframma. Se la quantità di luce è eccessiva si ottiene una sovraesposizione, se e troppo poca una sottoesposizione. |
Ethernet |
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Protocollo di connessione via cavo tra computer locali e periferiche per consentire uno scambio rapido di dati e la condivisione dei programmi attraverso una rete. |
EV |
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"Exposure Value", valore di esposizione, valore di intensità luminosa a cui corrispondono coppie di tempi/diaframmi che forniscono la stessa luce |
EV (EXPOSURE VALUE) |
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Valore numerico correlato alla luminosità del soggetto. A un determinato EV corrispondono infinite coppie tempo/diaframma. EV O corrisponde a una esposizione di 1 s a f/1 e a tutte le diverse coppie T/f che si possono derivare. |
F |
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"Fotoodiatore", 1 Colui che disprezza la tecnica perché non capace di metterla in pratica. 2 - colui che ama la fotografia solo quando gli dicono che è bravo. 3 - Colui che spende tanto danaro in attrezzature, con la consapevolezza che a fare la bella foto sia solo il possedere una fotocamera di qualità e obiettivi costosi. 4 - coloro che si iscrivono a portali di fotografia e si incazzano di brutto quando sotto una loro foto viene fatta una piccolissima e minima critica, dopo 199 elogi e mezzo |
f (effe) |
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Espressione numerica che indica la capacità di un obiettivo di trasmettere la luce. Mette in relazione la focale e l'apertura effettiva in modo da poter confrontare obiettivi di diversa lunghezza focale. È uguale alla focale divisa per il diametro della pupilla d'entrata dell'obiettivo. |
Fahrenheit, °F |
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Grado della scala delle temperature in uso solo negli Stati Uniti presenta il vantaggio di suddividere i gradi con maggiori intervalli rispetto alla scala Celsius in centigradi. Si basa su un punto di congelamento dell’acqua a 32°F e di ebollizione a 221°F. Il nome della scala è quello dello scienziato tedesco che la creò. Una formula approssimativa per trasformare i gradi Fahrenheit in Celsius è: C=F-32/2. |
FATTORE FILTRO |
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Poiché alcuni filtri assorbono un certo quantitativo di luce, occorre variare l'esposizione. Il fattore filtro indica di quanto l'esposizione deve essere incrementata usando un determinato filtro. Se la lettura esposimetrica viene effettuata con una fotocamera dotata di esposimetro TTL, non bisogna tener conto del fattore filtro. |
Feather |
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Sfocatura dei bordi di un’area selezionata. |
FENIDONE |
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Agente rivelatore, più attivo del Metol. Non viene impiegato da solo, ma in unione con l'idrochinone o agenti rivelatori simili |
FF |
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"Full Frame", riferito a sensori (CCD e CMOS), dimensione pari al fotogramma 35mm, fattore crop 1x. |
File |
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Un programma, un documento, un'utilità: in pratica qualunque elemento non possa essere descritto come hardware all'interno di un computer. Un file può contenere un messaggio, un'immagine o un programma di elaborazione. |
FILE JPG |
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E' un formato di salvataggio di grande compressione ma provoca la perdita di qualità: Questo potente algoritmo di compressione sfutta la particolarità della visione umana di essere più sensibile ai cambiamenti di luminosità rispetto a quelli di colore. Il suo principale pregio è dato dalla possibilità di alleggerire i file grazie alla compressione a livelli variabili; si va dal rapporto 1:4 dell'alta qualità al rapporto 1:8 della qualità normale, fino al rapporto 1:16 della qualità bassa. Questa degradazione produce artefatti sull'immagine tanto più vistosi quanto più forte è la compressione. In sostanza, salvando in questo modo otteniamo un'immagine meno nitida, ma riusciamo a scattare molte più immagini. In geherale gli artefatti del formato jpeg (o jpg) si manifestano principalmente lungo i bordi delle aree a maggiore contrasto. |
FILE MPEG |
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Moving Picture Experts Group: è un formato di file che utilizza un metodo per la compressione dei dati vedeo simile al formato JPEG (o JPG) |
FILE RAW |
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Prende il nome dall'omonima parola inglese che significa: allo stato naturale, originario, grezzo. E' un formato di registrazione in grado di memorizzare le informazioni originali grezze, così come provengono direttamente dal CCD. I dati vengono archiviati prima che la macchina svolga i processi di interpolazione e questo fa si che sia il fotografo a controllare questi processi, non la macchina a decidere per lui. Questo tipo di salvataggio non presenta i tipici artefatti del JPEG (o JPG) e occupa meno spazio di un file TIFF, con diversi benefici in più. Il più grande vantaggio di questo metodo di lavoro è proprio quello di usufruire di un file molto flessibile, sul quale si può intervenire in tutto e per tutto in postproduzione: si può correggere, migliorare e modificare qualsiasi impostazione utilizzata in fase di scatto, senza alterare la qualità del file acquisito. Inoltre contiene per ogni pixel i bit che il CCD ha catturato (di solito dodici) e offre quindi maggiore flessibilitàper gli interventi sulla luminosità e i colori, consentendo di lavorare su immagini con una profondità di colore di sedici bit. Non viene mai modificato, rimne in archivio e lo si può interpretare in infiniti modi, con impostazioni diverse, anche molto tempo dopo (magari con un convertitore migliore uscito nel frattempo). |
FILE RAW da varie marche |
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NIKON: - .nef KODAK: - .dcr CANON: - .crw OLYMPUS: - .orf FUJI: - .raf MINOLTA: - .mrw |
FILE TIFF |
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E' un formato di registrazione che non comporta perdita di dettaglio, ma è poco usato perché fornisce un file più pesante del RAW, con l'aggravante di non essere così flessibile come quest'ultimo. Di conseguenza la pesantezza dei file limita la capacità del upporto di memoria e interferisce negativamente con l'operatività della fotocamera rallentandola (tempo di ripristino, numero degli scatti in sequenza eccetera). In realtà è possibile salvare in formato TIFF usando una compressione senza perdita di qualità e riducendo così la dimensione del file. Tuttavia la riduzione dipende molto dal tipo di immagine e non è detto che le fotocamere che salvano in TIFF applichino la compressione. |